Un progetto per il Friuli

Istituto di Toppo Wassermann Il sogno di Francesco e Antonietta tra utopia e realtà

di Elpidio Ellero e Paolo Strazzolini

Un progetto per il Friuli

La storia dell’Istituto Comunale Provinciale di Toppo Wassermann si dipana lungo tutto il Novecento, ma affonda le radici nell’Ottocento.

E’ questo il secolo nel quale ha vissuto il suo ideatore e munifico donatore, il Conte Francesco di Toppo, illustre esponente della nobiltà e alta borghesia udinese. Dinamico esponente della vita politica, economica e culturale friulana, alla denominazione dell’Istituto egli volle associare la prima moglie, Contessa Antonietta Wassermann, prematuramente scomparsa nel 1862 ad appena quarantotto anni.

Il compito di fondare nel capoluogo friulano un Collegio o Istituto d’istruzione e educazione maschile fu affidato ai Legatari, Comune e Provincia di Udine. Accettarono il Lascito tre anni dopo la morte del di Toppo (1883), non senza qualche animato dibattito. Con la morte (1894) dell’usufruttuaria seconda moglie, Margherita Ciconi Beltrame, i due Enti entrarono in possesso del Lascito. Optarono prima per l’affitto (1900) e poi per l’acquisizione del Palazzo Garzolini (1901). Non lo fecero tanto per la sua funzionalità, quanto per la rilevante estensione del brolo  retrostante, usufruibile per le necessità dell’Istituto (campi sportivi e logistica). La Scuola mosse i primi timidi passi nel 1900: quattordici allievi delle Elementari, per toccare nel 1915 le 150 unità.

L’Istituzione provvide molto velocemente a rimediare i danni della sua trasformazione durante la Grande Guerra in Ospedale Militare. Nel ventennio del Rettorato di Carlo Fattorello (1920-1940) raggiunse indubbiamente un livello di altissima “produttività” (oltre 200 i Convittori e i Semiconvittori), con la presenza di un ciclo completo di Scuole. C’erano, infatti classi dalle Elementari alle Superiori, indirizzo tecnico.

Dopo la seconda guerra mondiale si attuò la progressiva chiusura della Scuola Superiore (1946) e poi della Media (1950)

Ci si orientò verso il Convitto e il Semiconvitto. A quel punto, il Rettorato era nelle mani di un mitico e mitizzato Ottavio Valerio (1948-1980) che assistette impotente alla chiusura della vita collegiale sostituita da un semplice Semiconvitto (1980). Dopo di lui, la conduzione passò a un “Consorzio tra Comune e Provincia per la gestione dell’Istituto” e la gestione del Lascito da parte di questo Ente non fu migliore delle precedenti.

Fu un ventennio – quello di fine secolo – che segnò il tramonto di un’Istituzione che plasmò migliaia di ragazzi e lasciò il segno nel tessuto sociale urbano. L’avvio dell’attività accademica della Scuola Superiore dell’Università di Udine (a. a. 2004-2005), fortemente voluta da Honsell (Magnifico Rettore), Strassoldo (Presidente della Provincia) e Cecotti (Sindaco di Udine), fu un’iniezione di linfa vitale. Ma questa è un’altra storia, in buona parte ancora da scriversi.

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Brossura
Pagine
376
Isbn
978-88-7772-232-4
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